Ci sono molte persone con HIV che sanno perfettamente di non poter trasmettere l’infezione, perché la loro viremia è azzerata, ma che continuano ad aver paura di fare del male agli altri. Sono soprattutto le persone che hanno scoperto di avere l’HIV molti anni fa, che hanno quindi interiorizzato lo stigma. Nella mia esperienza di persona con HIV e attivista all’interno di una associazione ne ho viste tante di storie così. D’altronde non c’è mai stata una campagna di informazione istituzionale che abbia reso questo messaggio chiaro per tutti. Sì, nel mondo scientifico il concetto è chiaro ai più – anche se non a tutti – ma la diffusione di una informazione chiara e diretta sui temi dell’HIV, a livello del pubblico generale, incontra ancora molte resistenze. Sarebbe importante che a livello istituzionale fosse promossa una campagna di informazione specifica su U=U, sul fatto cioè che chi ha l'HIV ed assume correttamente la terapia non trasmette il virus, italianizzando i termini inglesi undetectable=untransmissible. Nella mia esperienza, se sai che non sei più contagioso, allora sei come tutti gli altri: puoi fare i figli, puoi avere rapporti non protetti, o averli protetti perché ti vuoi proteggere da altre infezioni sessualmente trasmissibili. Insomma, sei padrone della tua vita e aumenta la qualità dei momenti che vivi. In Italia si fa molta fatica a parlare di sessualità, a tutti i livelli, e questo crea dei danni alla salute di tutti: delle persone con HIV che sono stigmatizzate, dei giovani perché non vengono informati sulle infezioni sessualmente trasmissibili, sull’uso del preservativo, della PreP. Dopo tanti anni di lavoro per sensibilizzare e informare, vedere ancora quanto poco si riesca a parlare di questi temi è piuttosto frustrante. E anche i medici, a parte gli infettivologi e quelli che lavorano a fianco delle associazioni, sono poco aggiornati sulla gestione dell’infezione e non tutti sono a conoscenza del concetto U=U. Questo porta a dover assistere ancora a degli episodi di discriminazione nei confronti delle persone con HIV in ambito sanitario. Insomma, la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante in questi decenni, ma la società non è stata capace di stare al passo con l’evoluzione delle terapie.