Sono Claudia, ho 48 anni e sono una donna che vive con HIV. Ho scoperto di essere positiva all’HIV all’età di 20 anni, nei lontani anni ‘90. Avevo avuto solo due fidanzati prima del ‘94, feci il primo test dell’HIV in occasione della mia prima gravidanza e quando mi venne diagnosticata l’infezione da HIV mi sentii mancare la terra da sotto i piedi. Ero terrorizzata, ero giovane e non sapevo che cosa fare: fu molto doloroso ma decisi di interrompere la gravidanza. All’epoca una diagnosi di HIV corrispondeva a una sentenza di morte, non c’erano cure, non c’era futuro per noi. Fisicamente stavo abbastanza bene, non ero ancora in Aids a differenza del mio fidanzato di allora, che purtroppo l’anno seguente venne a mancare a causa di una brutta infezione Aids correlata. Ero arrabbiata con lui e arrabbiata con la vita, ero solo una ragazzina e mi chiedevo quanto tempo sarei ancora sopravvissuta. Quando arrivarono i primi farmaci, io stavo ancora tutto sommato bene e mi resi conto che era un momento rivoluzionario. Alcune persone che avevo conosciuto in ospedale e nelle associazioni di pazienti, che sembrava stessero per non farcela, in pochi mesi di trattamento erano rinate, e finalmente mi sembrava che ci fosse una speranza e un posto nel mondo anche per me. Decisi allora di portare a termine i miei studi anche se anno dopo anno ero sempre più affaticata. Nel corso degli anni successivi i mei CD4 erano diventati pochi e mi sentivo fragile e stanca. La mia infettivologa mi propose di cominciare la terapia e io accettai. Il mio corpo rispondeva bene, sentivo che avevo ogni giorno più forze e voglia di lavorare, di uscire, di fare nuove amicizie e perché no, di innamorarmi. Poi conobbi Maurizio e fu amore a prima vista. Ero elettrizzata, mi faceva sentire bene e mi sentivo a casa con lui. Dopo qualche mese decisi di parlargli della mia positività. Ero in trattamento da anni, con carica virale non rilevabile, non avevamo mai fatto l’amore senza protezioni, ma in ogni caso ero preoccupata di come avrebbe potuto reagire. Ricordo come fosse ieri quel momento: Maurizio mi baciò, mi strinse a lui e mi disse grazie di aver condiviso con me la tua storia, ti amo ancora di più. La nostra relazione andava a gonfie vele. Gli anni per me passavano e nel 2014 maturammo la volontà di mettere su famiglia e avere un figlio. Ne parlammo con la mia infettivologa e fu molto rassicurante, ci spiegò che sarebbe stato possibile per noi avere un figlio naturalmente. La primavera dell’anno successivo rimasi incinta. Ero emozionata e allo stesso tempo spaventata, ma Maurizio mi stava vicino e i medici erano molto disponibili e rassicuranti. A fine anno nacque Giulia, 3 kg esatti bella come il sole. HIV negativa. Eravamo diventati genitori, era bellissimo, avevamo una nuova creatura da amare e crescere, tutto il dolore e la sofferenza di quando ero una giovane donna era svanito. Ora come ogni madre avrei cresciuto e protetto la mia bambina. Un giorno, appena sarà più grande, credo che racconterò a Giulia la mia storia, perché sento che dobbiamo parlare di HIV, perché in fondo è solo un virus, l’HIV non sono io. Io sono Claudia.