Ho ricevuto la diagnosi di positività all’HIV a 22 anni. Ed è stata una vera
doccia fredda. All’inizio pensavano che fosse una cistite, ma dopo due mesi
di febbre e ricoveri perché l’infezione non rispondeva ai farmaci, i medici mi
chiesero di mettere una firma e di acconsentire a fare il test HIV. Accettai
subito, ero sicura di non aver mai corso alcun rischio di infezione. Mi
sbagliavo: il test è risultato positivo e da lì è iniziato il mio percorso, che nei
primi anni è stato un vero calvario. Vent’anni fa l’HIV era ancora un tabù – lo
è in parte tuttora, immaginiamoci allora – e la positività era legata a un forte
stigma. Io non accettavo di non sapere come mi fossi infettata: con ogni
probabilità è stato a causa di una pratica medica, un ago non sterilizzato
magari. Non lo saprò mai con certezza, e questo mi rendeva ancora più
arrabbiata. Non accettavo la mia condizione e con essa i farmaci che dovevo
prendere, e i medici che mi curavano. Sono stati anni duri ma ho avuto
sempre la mia famiglia vicina: è stata la loro presenza costante che mi ha
permesso, con il tempo, di non perdermi e di affrontare la mia situazione.
Fino a 10 anni fa mia madre mi ha sempre accompagnato dal medico. Certo,
molto ha contato anche il fatto che le terapie, con il trascorrere degli anni,
sono diventate più facili da assumere: sono passata da 8 compresse al
giorno a 1 sola. Sono arrivata a tenere sotto controllo la carica virale e quindi
a essere sicura di non trasmettere il virus a chi mi sta vicino. Così ho iniziato
a pensare a una gravidanza: la prima volta che sono rimasta incinta
purtroppo ho avuto un aborto spontaneo. Poi ho avuto un’embolia
polmonare e sinceramente un po’ per l’età – a quel punto avevo 40 anni –
un po’ per le condizioni fisiche non ci pensavo più. Ed è proprio in quel
momento che invece sono rimasta di nuovo incinta. Ho avuto una gravidanza
nella norma, mio figlio è nato con parto spontaneo ed è sano. È un miracolo,
è la vita che a un certo punto mi ha premiato, donandomi altra vita. A me che
invece mi ero sempre sentita punita dagli eventi. Oggi posso dire che il
benessere mentale è fondamentale per poter affrontare la vita con HIV in
maniera efficace: la diagnosi può portarti a pensare di dover stravolgere la
tua vita familiare, sentimentale, lavorativa. In realtà si tratta di affrontarla
diversamente, di trovare un nuovo modo per accettare quello che hai
davanti. Si può fare, e a volte la vita ti premia. Come è successo a me.