Mi chiamo Marco, ho 50 anni e sono una persona che vive con HIV da 25 anni. Nel ’97, quando ho scoperto di essere positivo, l’HIV faceva ancora tantissima paura: erano anni difficili, alcune persone che conoscevo se ne andarono a causa dell’Aids, altre non stavano bene. Qualcuno aveva sviluppato anche dei problemi cognitivi correlati al virus e questo mi angosciava. Vivere bene era per me davvero difficile, a tratti impossibile: mi sentivo triste e arrabbiato con me stesso. Allora cominciai a frequentare le associazioni di pazienti in modo da potermi relazionare con altre persone HIV positive e trovare conforto: l’aiuto tra pari è stato per me fondamentale. Negli anni che ho frequentato i gruppi di auto-aiuto, più volte ritrovai delle persone, che come me, riportavano un benessere mentale scarso o inesistente: lo stigma sociale così forte nei confronti di chi vive con l’HIV, il non accettare in prima persona la positività al virus a causa dell’auto-stigma, la paura di star male, di poter essere pericolosi per le persone che ci stanno vicino, la paura di morire. Anno dopo anno la situazione però andava a migliorare, le terapie erano sempre più efficaci e facili da assumere, con meno effetti collaterali. Le persone con HIV che incontro oggi stanno sempre meglio, ma per alcune di loro è ancora molto difficile accettare la positività al virus. Anche io passai un periodo davvero moto difficile. Trascurai i primi segnali di una depressione, correlata al mio vivere con l’HIV: a volte mi sentivo triste, come svuotato delle energie fisiche e mentali, senza un motivo particolare, o almeno non riuscivo a trovarlo. Semplicemente non mi andava di uscire, di vedere persone, nemmeno gli amici. Quando capitava pensavo che tutto fosse faticoso: alzarsi la mattina, prendere le medicine, fare colazione, uscire per andare a lavorare. Volevo solo restare da solo, sdraiato nel letto, al buio. E cercare di non pensare a niente. Un giorno trovai finalmente il coraggio di parlarne prima nel gruppo di auto-aiuto che frequentavo e poi al mio medico. Mi sentivo già un po’ più leggero e rassicurato dal fatto di averne parlato con qualcuno, di non essere più solo davanti alla depressione. ll medico mi consigliò di rivolgermi ad uno specialista della salute mentale e superata qualche mia resistenza iniziale, intrapresi un percorso con una psicoterapeuta esperta in quest’ambito; mi sono detto: oltre che dall’infettivologo vai dal cardiologo, dall’urologo, dall’oculista perché non dovresti andare da qualcuno che ti aiuti a prenderti cura di una parte così fondamentale della tua persona. La psicoterapia è stata davvero preziosa per ritrovare un buon livello di benessere mentale: mi ha aiutato a conoscere le mie paure, ad affrontare meglio le difficoltà quotidiane, a non sentirmi più in balia degli eventi: abbiamo parlato tanto di cosa fosse l’HIV per me e ho imparato finalmente ad ascoltare le mie emozioni. Oggi non mi sento più depresso, posso dire finalmente che non convivo più con l’HIV, ma che io, Marco, vivo bene con l’HIV, e voglio stare bene e vivere a lungo.